Stefano Rossi
2011-09-09 12:19:24 UTC
Si leggono spesso tra i post di questo newsgroup, o in forum dedicati alla
musica e ai musicisti, lamentele nei confronti di come viene trattato il
musicista che propone un'esibizione live. Uno degli esempi è stato il thread
iniziato con un copia-incolla di un fotografo, estenuato dalle continue
richieste di lavoro aggratis che gli arrivavano.
Le opinioni sono piuttosto chiare ovunque: i gestori dei locali non pagano,
affidandosi spesso e volentieri a gruppi musicali che non chiedono compenso
e che molto spesso sono dei gruppi di dilettanti con scarse capacità e/o con
nessuna pretesa. C'è chi propone un "minimo sindacale" per il musicista che
suona dal vivo, chi inneggia all'astensione collettiva della musica live...
insomma, la direzione del pensiero è più che intuibile.
Devo dire che mi sono ritrovato spesso concorde con questo pensiero. Fino a
che non ho provato sulla mia pelle, qualche anno fa, un tipo di esperienza
diversa.
Io ora mi chiedo: quanti tra quelli che si lamentano dell'attuale condizione
musicale italiana si sono davvero spremuti fino all'osso e con un certo
ingegno per promuovere la propria proposta musicale, qualsiasi essa sia? La
mia sensazione è che le lamentele siano tante, e molto diffuse. Non parlo
direttamente a coloro che frequentano il NG o che hanno commentato in un
certo modo thread passati. Però come in ogni lavoro che si rispetti,
iniziare da zero e pretendere di ricevere un trattamento da professionista è
da superbi, per quanto abili e ferrati si possa essere con il proprio
strumento.
Vedo un sacco di gruppi affermati (soprattutto gruppi tributo) che girano
l'Italia e a volte l'estero, con 1 data a settimana o quasi, che fanno il
pienone in tutti i locali. Come hanno fatto questi a raggiungere lo scopo?
Semplicemente con una montagna di gavetta. Suonare "per niente" non è un
modo che si ha di "ammazzare la musica", per come la vedo io, ma è un modo
come un altro di iniziare a farsi un nome.
Il gestore del locale storce il naso quando gli richiedete un pagamento?
Mettetevi nei suoi panni. Lui deve provvedere alle spese SIAE (se il
concerto è chiaramente in regola), spesso vi regala le consumazioni, e deve
prevedere di avere un guadagno rispetto a una serata normale grazie a voi.
Chi può garantirlo? Il gruppo A con 50 date all'anno ovunque che chiede 500
euro a serata ma che riempie anche il retro delle porte dei cessi, oppure il
gruppo B che ha fatto 10 date in tutta la sua vita, semisconosciuto e te ne
chiede 200?
Io, fossi il gestore di un locale, punterei sul gruppo A senza riserve, a
meno che il gruppo B non mi chieda solo le consumazioni per suonare (col
rischio comunque di andare in perdita... se il gruppo fa schifo, la gente se
ne va pure dal posto, situazione già vista in passato).
Durante la mia "breve" esperienza con i Profligate, in cui ci siamo
prodigati a suonare ovunque fosse possibile a costo zero (o quasi), pur
facendo musica metal e quindi meno adatta a determinate situazioni, avevamo
raccimolato un buon quantitativo di fans. Al momento dello scioglimento, ho
passato il mese successivo a rifiutare date che mi venivano offerte dai vari
locali, alcuni addirittura che non avevo mai sentito prima. Perchè?
Abbiamo lavorato sull'immagine e sulla pubblicità per i nostri live. Il
gruppo aveva un'identità sul palco molto ben riconoscibile, cercavamo di far
divertire sempre la gente a tutti i concerti, dal palco grande al buco in
periferia. Bombardamento a tappeto di volantini in tutta la provincia,
manifesti appesi ovunque, foto dei concerti sempre presenti sul sito in
tempo record. Insomma, era una faticaccia. 2 anni di fatica stavano dando i
loro frutti, poi sono iniziati i dissidi interni e quindi è finito tutto
quanto. Però la fatica stava ripagando, di brutto.
Probabilmente se avessi avuto un gruppo tributo Ligabue/Vasco, le cose
sarebbero andate ancora meglio dal punto di vista economico, dato che il
mercato è molto più florido da quel punto di vista. Nessuna critica o
lamentela da fare in merito per quanto mi riguarda: è chiaro che vende di
più una pizzeria di un ristorante macrobiotico, a meno che il secondo non
diventi una moda, in tal caso la tendenza si inverte. E' economia pura, se
vuoi guadagnare suonando devi andare o in direzione del mercato, oppure
cercare un'innovazione talmente radicale e geniale da diventare un nuovo
trend.
Forse mi sto dilungando un pò troppo in questo post. Però il punto che
voglio raggiungere è: non basta aver fatto 5 anni di prove intensissime per
pretendere che i locali ci accolgano a braccia aperte. Bisogna sapersi
vendere correttamente. Quando sentite dei rifiuti, chiedetevi perchè
dovrebbero rifiutarvi. Se non vi conoscono, è chiaro che non si fidano.
Dovreste arrivare al punto in cui appena proponete la serata, il gestore
conosca già il vostro gruppo per fama.
A quel punto è difficile che qualcuno vi dica di no. Forse rimane la
trattativa sul prezzo, ma tutto il mondo è un mercato :)
musica e ai musicisti, lamentele nei confronti di come viene trattato il
musicista che propone un'esibizione live. Uno degli esempi è stato il thread
iniziato con un copia-incolla di un fotografo, estenuato dalle continue
richieste di lavoro aggratis che gli arrivavano.
Le opinioni sono piuttosto chiare ovunque: i gestori dei locali non pagano,
affidandosi spesso e volentieri a gruppi musicali che non chiedono compenso
e che molto spesso sono dei gruppi di dilettanti con scarse capacità e/o con
nessuna pretesa. C'è chi propone un "minimo sindacale" per il musicista che
suona dal vivo, chi inneggia all'astensione collettiva della musica live...
insomma, la direzione del pensiero è più che intuibile.
Devo dire che mi sono ritrovato spesso concorde con questo pensiero. Fino a
che non ho provato sulla mia pelle, qualche anno fa, un tipo di esperienza
diversa.
Io ora mi chiedo: quanti tra quelli che si lamentano dell'attuale condizione
musicale italiana si sono davvero spremuti fino all'osso e con un certo
ingegno per promuovere la propria proposta musicale, qualsiasi essa sia? La
mia sensazione è che le lamentele siano tante, e molto diffuse. Non parlo
direttamente a coloro che frequentano il NG o che hanno commentato in un
certo modo thread passati. Però come in ogni lavoro che si rispetti,
iniziare da zero e pretendere di ricevere un trattamento da professionista è
da superbi, per quanto abili e ferrati si possa essere con il proprio
strumento.
Vedo un sacco di gruppi affermati (soprattutto gruppi tributo) che girano
l'Italia e a volte l'estero, con 1 data a settimana o quasi, che fanno il
pienone in tutti i locali. Come hanno fatto questi a raggiungere lo scopo?
Semplicemente con una montagna di gavetta. Suonare "per niente" non è un
modo che si ha di "ammazzare la musica", per come la vedo io, ma è un modo
come un altro di iniziare a farsi un nome.
Il gestore del locale storce il naso quando gli richiedete un pagamento?
Mettetevi nei suoi panni. Lui deve provvedere alle spese SIAE (se il
concerto è chiaramente in regola), spesso vi regala le consumazioni, e deve
prevedere di avere un guadagno rispetto a una serata normale grazie a voi.
Chi può garantirlo? Il gruppo A con 50 date all'anno ovunque che chiede 500
euro a serata ma che riempie anche il retro delle porte dei cessi, oppure il
gruppo B che ha fatto 10 date in tutta la sua vita, semisconosciuto e te ne
chiede 200?
Io, fossi il gestore di un locale, punterei sul gruppo A senza riserve, a
meno che il gruppo B non mi chieda solo le consumazioni per suonare (col
rischio comunque di andare in perdita... se il gruppo fa schifo, la gente se
ne va pure dal posto, situazione già vista in passato).
Durante la mia "breve" esperienza con i Profligate, in cui ci siamo
prodigati a suonare ovunque fosse possibile a costo zero (o quasi), pur
facendo musica metal e quindi meno adatta a determinate situazioni, avevamo
raccimolato un buon quantitativo di fans. Al momento dello scioglimento, ho
passato il mese successivo a rifiutare date che mi venivano offerte dai vari
locali, alcuni addirittura che non avevo mai sentito prima. Perchè?
Abbiamo lavorato sull'immagine e sulla pubblicità per i nostri live. Il
gruppo aveva un'identità sul palco molto ben riconoscibile, cercavamo di far
divertire sempre la gente a tutti i concerti, dal palco grande al buco in
periferia. Bombardamento a tappeto di volantini in tutta la provincia,
manifesti appesi ovunque, foto dei concerti sempre presenti sul sito in
tempo record. Insomma, era una faticaccia. 2 anni di fatica stavano dando i
loro frutti, poi sono iniziati i dissidi interni e quindi è finito tutto
quanto. Però la fatica stava ripagando, di brutto.
Probabilmente se avessi avuto un gruppo tributo Ligabue/Vasco, le cose
sarebbero andate ancora meglio dal punto di vista economico, dato che il
mercato è molto più florido da quel punto di vista. Nessuna critica o
lamentela da fare in merito per quanto mi riguarda: è chiaro che vende di
più una pizzeria di un ristorante macrobiotico, a meno che il secondo non
diventi una moda, in tal caso la tendenza si inverte. E' economia pura, se
vuoi guadagnare suonando devi andare o in direzione del mercato, oppure
cercare un'innovazione talmente radicale e geniale da diventare un nuovo
trend.
Forse mi sto dilungando un pò troppo in questo post. Però il punto che
voglio raggiungere è: non basta aver fatto 5 anni di prove intensissime per
pretendere che i locali ci accolgano a braccia aperte. Bisogna sapersi
vendere correttamente. Quando sentite dei rifiuti, chiedetevi perchè
dovrebbero rifiutarvi. Se non vi conoscono, è chiaro che non si fidano.
Dovreste arrivare al punto in cui appena proponete la serata, il gestore
conosca già il vostro gruppo per fama.
A quel punto è difficile che qualcuno vi dica di no. Forse rimane la
trattativa sul prezzo, ma tutto il mondo è un mercato :)