David Vai
2005-06-14 08:57:32 UTC
Mi permetto di postare una mia recensione...
Credo che Mark Knopfler sia il primo artista, che io abbia mai
ascoltato, che suona meglio dal vivo che in studio. Dopo il concerto di
ieri sera sono fermamente convinto che l'ultimo CD sia stato solo un
pretesto per tornare in tour (visto che l'ultima volta era stata
sospesa la tourné perché si era sfraganato con la sua moto contro una
macchina - un Punto, per l'esattezza - a Londra).L'altra cosa
di cui ormai sono fermamente convinto è che Mark non chiama più il
suo gruppo Dire Straits soltanto per una questione di marchio e
diritti, e non, come vuole far credere, perché si diverte a fare i
nuovi pezzi al posto dei vecchi.
Il repertorio di ieri sera era costruito sui pezzi dei Dire e, a parte
due classici come Private Investigations e Tunnel Of Love, i migliori
c'erano tutti: Walk Of Life, Romeo And Juliet, Sultans of Swing,
Telegraph Road, Money For Nothing, So Far Away. I brani dei suoi dischi
solisti raccordavano i brani dello storico gruppo. Il sound era
comunque omogeneo. I pezzi dei Dire erano un po' meno rock di quanto
non si possa ascoltare, ad esempio, in Alchemy; i pezzi del Knopfler
solista erano un po' più tirati di quando non lo siano le versioni
originali, il che rendeva anche più godibili brani come Sailing To
Philadelphia (quello cantato con James Taylor, per intenderci), oltre
che le hit come What It Is e Boom Like That.
Una cosa che mi ha sorpreso positivamente, considerando la location del
concerto, è stata l'acustica: buona, sebbene ci fosse un po' di
rimbombo delle basse frequenza. Ma, d'altronde, il Palalottomatica è
pur sempre un palazzetto dello sport. Il sound del gruppo era compatto
e ben definito. Il suono di Mark era qualcosa di stratosferico!!! Aveva
una dinamica impressionante ottenuta principalmente con la mano
destra!!! È noto che Knopfler usa molto il pedale del volume, ma la
dinamica e la definizione del suono la dà principalmente con la
pressione delle dita della mano destra! Ha un suono sempre al limite
tra il pulito e il distorto, quel crunch che avverti solo se vengono
suonati dei bicordati, mentre sulle note singole è pulito. È non usa
praticamente nessun effetto! Alle spalle aveva due ampli, credo
Marshall, ma di quelli arancioni (una versione particolare, anniversary
o qualcosa del genere), un pedale del volume Ernie Ball (toh! Che
combinazione: è il mio!!!) e al limite qualche overdrive o distorsore.
Delay praticamente assenti, chorus anche, una punta di riverbero e
molto, ma molto, amplificatore. Il suono era molto condizionato dagli
ampli (oltre che dalle sue dita) perché anche quando cambiava chitarra
passando dalla strato alla gibson alla pensa, l'equalizzazione delle
frequenze rimaneva più o meno la stessa.
Pezzo peggiore: Money For Nothing. Uno dei bis, suonato senza neanche
tanta convinzione con il volume dell'impianto ormai a mille e, un
suono caciarone e non definito. Si vede che non lo sente più tanto.
Pezzo migliore: Sempre il solito: Sultans Of Swing. Assoli cambiati ad
arte, il legato che tutti ci aspettavamo che arriva soltanto alla fine,
Strato Fiesta Red e un sogno che si avvera! Lo suona proprio così! Non
è un altro, non sono 4 chitarristi contemporaneamente, e solo lui,
Mark Knopfler. Una nota: Richard Bennet, chitarrista "di
accompagnamento" portava gli accordi con un vago sentore di shuffle,
swing appunto. Una seconda nota: in questo i due tastieristi sono
scomparsi, andati proprio via dal palco, e la formazione diventa da 4,
come i mitici Dire Straits!!!
Simpatica anche la parentesi in cui, stanco, si siede e, con fare
tipicamente inglese, si fa portare una tazza di the.
Eh, ragazzi! Di chitarristi così non ne fanno più! Gusto, tecnica,
cuore. Un talento nato per fare quello che fa: suonare la chitarra!
Ciao,
David.
Credo che Mark Knopfler sia il primo artista, che io abbia mai
ascoltato, che suona meglio dal vivo che in studio. Dopo il concerto di
ieri sera sono fermamente convinto che l'ultimo CD sia stato solo un
pretesto per tornare in tour (visto che l'ultima volta era stata
sospesa la tourné perché si era sfraganato con la sua moto contro una
macchina - un Punto, per l'esattezza - a Londra).L'altra cosa
di cui ormai sono fermamente convinto è che Mark non chiama più il
suo gruppo Dire Straits soltanto per una questione di marchio e
diritti, e non, come vuole far credere, perché si diverte a fare i
nuovi pezzi al posto dei vecchi.
Il repertorio di ieri sera era costruito sui pezzi dei Dire e, a parte
due classici come Private Investigations e Tunnel Of Love, i migliori
c'erano tutti: Walk Of Life, Romeo And Juliet, Sultans of Swing,
Telegraph Road, Money For Nothing, So Far Away. I brani dei suoi dischi
solisti raccordavano i brani dello storico gruppo. Il sound era
comunque omogeneo. I pezzi dei Dire erano un po' meno rock di quanto
non si possa ascoltare, ad esempio, in Alchemy; i pezzi del Knopfler
solista erano un po' più tirati di quando non lo siano le versioni
originali, il che rendeva anche più godibili brani come Sailing To
Philadelphia (quello cantato con James Taylor, per intenderci), oltre
che le hit come What It Is e Boom Like That.
Una cosa che mi ha sorpreso positivamente, considerando la location del
concerto, è stata l'acustica: buona, sebbene ci fosse un po' di
rimbombo delle basse frequenza. Ma, d'altronde, il Palalottomatica è
pur sempre un palazzetto dello sport. Il sound del gruppo era compatto
e ben definito. Il suono di Mark era qualcosa di stratosferico!!! Aveva
una dinamica impressionante ottenuta principalmente con la mano
destra!!! È noto che Knopfler usa molto il pedale del volume, ma la
dinamica e la definizione del suono la dà principalmente con la
pressione delle dita della mano destra! Ha un suono sempre al limite
tra il pulito e il distorto, quel crunch che avverti solo se vengono
suonati dei bicordati, mentre sulle note singole è pulito. È non usa
praticamente nessun effetto! Alle spalle aveva due ampli, credo
Marshall, ma di quelli arancioni (una versione particolare, anniversary
o qualcosa del genere), un pedale del volume Ernie Ball (toh! Che
combinazione: è il mio!!!) e al limite qualche overdrive o distorsore.
Delay praticamente assenti, chorus anche, una punta di riverbero e
molto, ma molto, amplificatore. Il suono era molto condizionato dagli
ampli (oltre che dalle sue dita) perché anche quando cambiava chitarra
passando dalla strato alla gibson alla pensa, l'equalizzazione delle
frequenze rimaneva più o meno la stessa.
Pezzo peggiore: Money For Nothing. Uno dei bis, suonato senza neanche
tanta convinzione con il volume dell'impianto ormai a mille e, un
suono caciarone e non definito. Si vede che non lo sente più tanto.
Pezzo migliore: Sempre il solito: Sultans Of Swing. Assoli cambiati ad
arte, il legato che tutti ci aspettavamo che arriva soltanto alla fine,
Strato Fiesta Red e un sogno che si avvera! Lo suona proprio così! Non
è un altro, non sono 4 chitarristi contemporaneamente, e solo lui,
Mark Knopfler. Una nota: Richard Bennet, chitarrista "di
accompagnamento" portava gli accordi con un vago sentore di shuffle,
swing appunto. Una seconda nota: in questo i due tastieristi sono
scomparsi, andati proprio via dal palco, e la formazione diventa da 4,
come i mitici Dire Straits!!!
Simpatica anche la parentesi in cui, stanco, si siede e, con fare
tipicamente inglese, si fa portare una tazza di the.
Eh, ragazzi! Di chitarristi così non ne fanno più! Gusto, tecnica,
cuore. Un talento nato per fare quello che fa: suonare la chitarra!
Ciao,
David.