Post by Enrico FranchiPost by SguincioLa personalità la può avere qualunque strumento (è molto soggettivo)
Quoto.
Post by Sguincio, la
versatilità no.
E' che e' un concetto cosi' poco definito... non meno definito di
"personalita'".
Io riconosco invece la versatilità come un valore. Dal momento che sono
abituato a motivare le mie affermazioni cercherò di esporre analiticamente
il mio pensiero.
In uno strumento non mi limito a considerare il suono ma prima di tutto la
suonabilità: in tale ottica ci sono delle caratteristiche dello strumento
che per me sono rilevanti; vado ad elencarle:
1) larghezza dei fret. I fret larghi mi restituiscono un suono più grosso ma
sono meno agevoli per i bending, ergo se devo suonare bebop prediligerò una
chitarra con i fret larghi se devo fare blues una con i fret stretti. Tra
parentesi i fret larghi e bassi meglio si adattano a corde grosse.
2) lunghezza del diapason. Il diapason corto da 25", 24,75" o addirittura
23,50" restituisce un suono più schioccante e pronto e i tasti ravvicinati
consentono una velocità superiore (chi ha provato a suonare una Gibson
Byrdland lo sa bene). La scala corta consente anche posizioni molto
allargate alla Joe Diorio o John Stowell che sono molto più difficili con un
diapason lungo che, d'altro canto, conferisce allo strumento un suono più
profondo dovuto anche alla maggiore tensione delle corde. Va anche detto che
ci sono alcuni voicings così stretti che oltre l'ottavo tasto producono
accavallamenti delle dita, per cui in questo caso è preferibile il diapason
lungo. Ergo: se devo suonare dei run veloci alla Pat Martino prediligo
chitarra con il diapason corto se devo suonare chord melody prediligo il
diapason lungo avendo io una mano abbastanza grande.
3) accessibilità della tastiera. La tastiera a sbalzo di una 335 consente di
prendere molto agevolmente delle posizioni oltre il 12° tasto che con una L5
sarebbero meno facili. D'altro canto, ridurre l'ampiezza della cassa per far
uscire la tastiera toglie acusticità al suono.
4) ampiezza e altezza della cassa. La cassa alta e larga rende più
difficoltoso suonare in piedi mentre è preferibile da seduti potendo
appoggiare più comodamente la fascia sulla gamba destra o sinistra. Ergo se
devo suonare funk in piedi sceglierò una 335, una Casino o una Strato
altrimenti una chitarra a cassa grossa sarà più comoda da seduti per evitare
pericolosi piegamenti di schiena causa di dolori o infiammazioni. La postura
curva in avanti, tra l'altro, si riverbera anche sulla esecuzione rendendola
più introversa (questo me lo spiegò un pianista classico che criticava la
postura del pianista Glenn Gould).
5) stop bar o cordiera. La stop bar ha l'indiscutibile pregio di poter agire
sul perno attaccacorde e, sollevandolo o alzandolo, di poter rispettivamente
diminuire o aumentare la tensione delle corde adattando la tensione delle
corde alla robustezza della propria mano. Per chi fa uso di corde molto
grosse o molto sottili questo è un pregio non indifferente.
6) cassa piena o vuota. Le hollow body forniscono indiscutibilmente una
tavolozza di colori superiore ad una chitarra solid body: con la prima
infatti è possibile dosare con il volume la quantità di "elettricità" del
suono e passare da suoni elettrici (anche distorti) a suoni molto acustici.
L'unico difetto è la presenza del feedback variamente combattuto (tavole in
laminato, in acero piuttosto che in abete, presenza di "anime" sotto il
ponte e così via).
Questi, a tacer del lato estetico e di altri fattori (qualità dei legni,
tipo di meccaniche etc.), sono i miei parametri, non pretendo che valgano
per tutti ovviamente ma, chiedendo un po' in giro vedo che non sono l'unico
a fare riferimento a queste carateristiche. Alla luce di un tanto la
chitarra versatile (per me beninteso) è quella che mi consente di suonare un
po' in tutti gli stili senza essere penalizzato in maniera apprezzabile in
una o l'altra tecnica. Deve avere, perciò, tasti di media grandezza in modo
da consentire i bending senza assottigliare troppo il suono, diapason di
24,75" (giusto compromesso per me che suono sia single note sia chord
melody), tastiera il più possibile a sbalzo, stop bar ove possibile, cassa
bassa ma vuota. Lo strumento che fino ad ora è risltato essere più vicino a
questa descrizione è la Ibanez GB10 che ha tutti questi pregi insieme e
consente di passare da suoni molto elettrici e caldi a suoni molto acustici,
dal soloing bebop al comping funky, corpo vuoto ma piccolo e agilissimo,
feedback quasi assente. Insomma veramente l'ideale. Perdipiù la geniale casa
giapponese è riuscita ad inventare una cordiera che pur essendo attaccata in
fondo alla cassa ha un dispositivo che consente di alzarla e abbassarla come
fosse una stop bar. Molto valida anche la Casino e, a scalare, la ES335 e
modelli similari.
Ovviamente, non sempre si ha bisogno di chitarre versatili: se so che dovrò
suonare in duo chitarra - pianoforte
un repertorio di Monk (come tra l'altro farò tra qualche settimana) potrò
ben scegliere una chitarra che consente di valorizzare taluni aspetti
espressivi a discapito di altri (infatti userò una Ibanez FG100 molto bella
e dal suono molto acustico...).
Scusate la lunghezza (si sa che sono pignolo) ma vorrei uscire un po' dal
luogocomunismo che, da una parte e dall'altra, si limita a lanciare messaggi
tranchant senza un bricciolo di motivazione...
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Domingo
domingo at musicoff dot com
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