Discussione:
il libro di varini
(troppo vecchio per rispondere)
Magilla 🎸
2020-08-05 14:33:20 UTC
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non so se lo seguite sui vari social, ma il grande Varini ha da poco
pubblicato un libro che NON tratta di chitarra.

e in effetti avrei dovuto segnalare l'OT, ma se si parla di varini...
varini è la chitarra

Non so come definirlo, ma sto seguendo su YT la sua lettura dei capitoli:
il libro è in vendita, ma in pratica lui stesso "regala" l'audiobook, e
sta pubblicando un capitolo alla volta)
https://www.youtube.com/results?search_query=+AudioBook+Massimo+Varini+

Dicevo: non so dire di cosa tratta precisamente, ma lo trovo interessante.
Si parla di sogni, di farcela, di fallire, rialzarsi, di programmare le
cose, di avere un piano b, di successi e insuccessi, e si imparano cose su
di lui che non ti aspetti.
Oggi mentre sono uscito per una corsetta ascoltavo il capitolo dove
racconta -con mia sorpresa- come si è cimentato nella maratona, per dirne
una.

Sicché niente, volevo segnalarvi questa chicca
extrachitarristica-ma-non-troppo
--
posted from S2's https://fcku.it/
massivan
2020-08-09 05:22:07 UTC
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Post by Magilla 🎸
non so se lo seguite sui vari social, ma il grande Varini ha da poco
pubblicato un libro che NON tratta di chitarra.
e in effetti avrei dovuto segnalare l'OT, ma se si parla di varini...
varini è la chitarra
il libro è in vendita, ma in pratica lui stesso "regala" l'audiobook, e
sta pubblicando un capitolo alla volta)
https://www.youtube.com/results?search_query=+AudioBook+Massimo+Varini+
Dicevo: non so dire di cosa tratta precisamente, ma lo trovo interessante.
Si parla di sogni, di farcela, di fallire, rialzarsi, di programmare le
cose, di avere un piano b, di successi e insuccessi, e si imparano cose su
di lui che non ti aspetti.
Oggi mentre sono uscito per una corsetta ascoltavo il capitolo dove
racconta -con mia sorpresa- come si è cimentato nella maratona, per dirne
una.
Sicché niente, volevo segnalarvi questa chicca
extrachitarristica-ma-non-troppo
"massivan"

Mao Tze Dong diceva che per vincere occorre resistere
5 minuti piu' del nemico. Per i suonatori il nemico
puo' essere la sensazione di non farcela.
Magilla 🎸
2020-08-10 21:13:17 UTC
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Post by massivan
"massivan"
Mao Tze Dong diceva che per vincere occorre resistere
5 minuti piu' del nemico. Per i suonatori il nemico
puo' essere la sensazione di non farcela.
Lol, non ricordo la citazione, ma ci sta.
--
posted from S2's https://fcku.it/
peter
2020-08-23 08:41:51 UTC
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Post by Magilla 🎸
non so se lo seguite sui vari social, ma il grande Varini ha da poco
pubblicato un libro che NON tratta di chitarra.
e in effetti avrei dovuto segnalare l'OT, ma se si parla di varini...
varini è la chitarra
il libro è in vendita, ma in pratica lui stesso "regala" l'audiobook, e
sta pubblicando un capitolo alla volta)
https://www.youtube.com/results?search_query=+AudioBook+Massimo+Varini+
Dicevo: non so dire di cosa tratta precisamente, ma lo trovo interessante.
Si parla di sogni, di farcela, di fallire, rialzarsi, di programmare le
cose, di avere un piano b, di successi e insuccessi, e si imparano cose su
di lui che non ti aspetti.
Oggi mentre sono uscito per una corsetta ascoltavo il capitolo dove
racconta -con mia sorpresa- come si è cimentato nella maratona, per dirne
una.
Sicché niente, volevo segnalarvi questa chicca
extrachitarristica-ma-non-troppo
IO NON LO REGGO.
massivan
2020-08-23 15:03:23 UTC
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Post by peter
Post by Magilla 🎸
non so se lo seguite sui vari social, ma il grande Varini ha da poco
pubblicato un libro che NON tratta di chitarra.
e in effetti avrei dovuto segnalare l'OT, ma se si parla di varini...
varini è la chitarra
il libro è in vendita, ma in pratica lui stesso "regala" l'audiobook, e
sta pubblicando un capitolo alla volta)
https://www.youtube.com/results?search_query=+AudioBook+Massimo+Varini+
Dicevo: non so dire di cosa tratta precisamente, ma lo trovo
interessante.
Si parla di sogni, di farcela, di fallire, rialzarsi, di programmare le
cose, di avere un piano b, di successi e insuccessi, e si imparano cose su
di lui che non ti aspetti.
Oggi mentre sono uscito per una corsetta ascoltavo il capitolo dove
racconta -con mia sorpresa- come si è cimentato nella maratona, per dirne
una.
Sicché niente, volevo segnalarvi questa chicca
extrachitarristica-ma-non-troppo
IO NON LO REGGO.
"massivan"

Qualche cosa di piu' forte? (Ma questo libro gia' lo citasti)

--------------------

Chigurh sali' zoppicando le diciassette rampe di scalini di cemento tra
le fredde pareti di cemento, e quando arrivo' alla porta di acciaio sul
pianerottolo fece saltare la serratura con la pistola ad aria compressa,
apri' la porta, entrò nel corridoio e si richiuse la porta alle spalle.
Rimase appoggiato alla porta tenendo la pistola con tutte e due le mani,
in ascolto.

Con il respiro regolare e tranquillo come se si fosse solo alzato
da una sedia. Si avviò lungo il corridoio, raccolse da terra il cilindro
fracassato della serratura, se lo mise in tasca e prosegui' fino
all'ascensore, dove si fermò di nuovo ad ascoltare. Si tolse gli
stivali, li lasciò vicino alla porta dell'ascensore e riprese a
camminare per il corridoio in calzini, lentamente, cercando di non
sforzare la gamba ferita.

Le porte dell'ufficio erano aperte sul corridoio. Si fermò.
Pensò che forse l'uomo non si accorgeva di proiettare un'ombra sulla
parete opposta del corridoio, sfocata ma visibile. A Chigurh sembrò una
strana sbadataggine, ma sapeva che la paura di un nemico spesso
impedisce alle persone di vedere altri pericoli, non ultimo la forma che
loro stesse imprimono al mondo. Si tolse la cinghia dalla spalla e posò
a terra la bombola dell'aria compressa. Studiò la posizione dell'ombra
incorniciata dalla luce che entrava dai vetri fume' della finestra alle
spalle dell'uomo.

Con il palmo della mano spinse leggermente all'indietro
l'elevatore del fucile per controllare che ci fosse un colpo in canna,
poi tolse la sicura. L'uomo impugnava una piccola pistola, tenendola
all'altezza della vita.

Chigurh apparve sulla soglia e gli sparo' una raffica di
pallini numero dieci alla gola. Il tipo di proiettile che usano i
collezionisti per prendere esemplari di uccelli. L'uomo cadde
all'indietro urtando la poltroncina girevole, la rovesciò e crollò sul
pavimento, dove rimase accasciato fra spasmi e gorgogli'. Chigurh
raccolse il bossolo fumante dalla moquette, se lo mise in tasca ed
entro' nella stanza mentre dal barattolo attaccato alla canna mozza
dell'arma si levava ancora un filo di fumo.

Girò attorno alla scrivania e si fermò a guardare l'uomo steso
ai suoi piedi. Era supino e con una mano si teneva la gola, ma il sangue
gli sprizzava copiosamente fra le dita e bagnava il tappeto. Aveva il
viso pieno di piccoli fori, ma l'occhio destro sembrava intatto; guardo'
Chigurh e tentò di parlargli farfugliando qualcosa. Chigurh si chino' su
un ginocchio, appoggiandosi al fucile, e lo fisso'.

–Cosa c'e'?–, disse. –Cosa stai cercando di dirmi?–

–L'uomo mosse la testa. Un gorgoglio di sangue nella gola.–

–Mi senti?, disse Chigurh.–

–L'altro non rispose.–

–Sono quello che Carson Wells doveva ammazzare. Era questo che volevi
sapere?–

L'uomo lo guardò. Portava una tuta da ginnastica di nylon
azzurro e un paio di scarpe di cuoio bianco. Sotto la testa cominciava a
formarglisi una pozza di sangue, e tremava come se avesse freddo.

–Il motivo per cui ho usato i pallini per uccelli è che non volevo
rompere il vetro. Quello dietro di te. Non volevo far piovere pezzi di
vetro sui passanti.–

Fece un cenno con la testa verso la finestra, dove si vedeva
la silhouette dell'uomo disegnata dalle piccole ammaccature grigie che
il piombo aveva lasciato sul vetro. Poi Chigurh lo guardo' di
nuovo.

La mano sulla gola si era afflosciata e il flusso del sangue
aveva rallentato. Guardo' la pistola caduta a terra. Si alzo', rimise la
sicura al fucile, scavalcò l'uomo e si avvicinò alla finestra per
ispezionare i segni dei pallini sul vetro. Quando si giro' a guardare,
l'uomo era morto. Attraverso' la stanza e si fermò sulla porta ad
ascoltare. Usci', ripercorse il corridoio, recupero' la bombola e la
pistola ad aria compressa, prese gli stivali, e se li infilo' ai piedi.
Poi prosegui' lungo il corridoio, usci' dalla porta di metallo e scese
gli scalini di cemento fino al garage dove aveva lasciato la macchina.


da: "Non e' un paese per vecchi" di Cormac Mc Carty
peter
2020-08-24 08:12:46 UTC
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Post by massivan
Post by peter
Post by Magilla 🎸
non so se lo seguite sui vari social, ma il grande Varini ha da poco
pubblicato un libro che NON tratta di chitarra.
e in effetti avrei dovuto segnalare l'OT, ma se si parla di varini...
varini è la chitarra
il libro è in vendita, ma in pratica lui stesso "regala" l'audiobook, e
sta pubblicando un capitolo alla volta)
https://www.youtube.com/results?search_query=+AudioBook+Massimo+Varini+
Dicevo: non so dire di cosa tratta precisamente, ma lo trovo
interessante.
Si parla di sogni, di farcela, di fallire, rialzarsi, di programmare le
cose, di avere un piano b, di successi e insuccessi, e si imparano cose su
di lui che non ti aspetti.
Oggi mentre sono uscito per una corsetta ascoltavo il capitolo dove
racconta -con mia sorpresa- come si è cimentato nella maratona, per dirne
una.
Sicché niente, volevo segnalarvi questa chicca
extrachitarristica-ma-non-troppo
IO NON LO REGGO.
"massivan"
Qualche cosa di piu' forte? (Ma questo libro gia' lo citasti)
--------------------
Chigurh sali' zoppicando le diciassette rampe di scalini di cemento tra
le fredde pareti di cemento, e quando arrivo' alla porta di acciaio sul
pianerottolo fece saltare la serratura con la pistola ad aria compressa,
apri' la porta, entrò nel corridoio e si richiuse la porta alle spalle.
Rimase appoggiato alla porta tenendo la pistola con tutte e due le mani,
in ascolto.
      Con il respiro regolare e tranquillo come se si fosse solo alzato
da una sedia. Si avviò lungo il corridoio, raccolse da terra il cilindro
fracassato della serratura, se lo mise in tasca e prosegui' fino
all'ascensore, dove si fermò di nuovo ad ascoltare. Si tolse gli
stivali, li lasciò vicino alla porta dell'ascensore e riprese a
camminare per il corridoio in calzini, lentamente, cercando di non
sforzare la gamba ferita.
       Le porte dell'ufficio erano aperte sul corridoio. Si fermò.
Pensò che forse l'uomo non si accorgeva di proiettare un'ombra sulla
parete opposta del corridoio, sfocata ma visibile. A Chigurh sembrò una
strana sbadataggine, ma sapeva che la paura di un nemico spesso
impedisce alle persone di vedere altri pericoli, non ultimo la forma che
loro stesse imprimono al mondo. Si tolse la cinghia dalla spalla e posò
a terra la bombola dell'aria compressa. Studiò la posizione dell'ombra
incorniciata dalla luce che entrava dai vetri fume' della finestra alle
spalle dell'uomo.
       Con il palmo della mano spinse leggermente all'indietro
l'elevatore del fucile per controllare che ci fosse un colpo in canna,
poi tolse la sicura. L'uomo impugnava una piccola pistola, tenendola
all'altezza della vita.
       Chigurh apparve sulla soglia e gli sparo' una raffica  di
pallini  numero  dieci alla  gola. Il tipo  di proiettile  che  usano i
collezionisti per prendere esemplari di uccelli. L'uomo  cadde
all'indietro urtando la poltroncina girevole, la rovesciò e crollò sul
pavimento, dove rimase accasciato fra spasmi e gorgogli'. Chigurh
raccolse il bossolo fumante dalla moquette, se lo mise in tasca ed
entro' nella stanza mentre dal barattolo attaccato alla canna mozza
dell'arma si levava ancora un filo di fumo.
       Girò attorno alla scrivania e si fermò a guardare l'uomo steso
ai suoi piedi. Era supino e con una mano si teneva la gola, ma il sangue
gli sprizzava copiosamente fra le dita e bagnava il tappeto. Aveva il
viso pieno di piccoli fori, ma l'occhio destro sembrava intatto; guardo'
Chigurh e tentò di parlargli farfugliando qualcosa. Chigurh si chino' su
un ginocchio, appoggiandosi al fucile, e lo fisso'.
–Cosa c'e'?–, disse. –Cosa stai cercando di dirmi?–
–L'uomo mosse la testa. Un gorgoglio di sangue nella gola.–
–Mi senti?, disse Chigurh.–
–L'altro non rispose.–
–Sono quello che Carson Wells doveva ammazzare. Era questo che volevi
sapere?–
       L'uomo lo guardò. Portava una tuta da ginnastica di nylon
azzurro e un paio di scarpe di cuoio bianco. Sotto la testa cominciava a
formarglisi una pozza  di  sangue,  e  tremava  come  se  avesse  freddo.
–Il motivo per cui ho usato i pallini per uccelli è che non volevo
rompere il vetro. Quello dietro di te. Non volevo far piovere pezzi di
vetro sui passanti.–
         Fece un cenno con la testa verso la finestra, dove si vedeva
la silhouette dell'uomo disegnata dalle piccole ammaccature grigie che
il  piombo  aveva  lasciato  sul  vetro.  Poi  Chigurh  lo  guardo'  di
nuovo.
          La mano sulla gola si era afflosciata e il flusso del sangue
aveva rallentato. Guardo' la pistola caduta a terra. Si alzo', rimise la
sicura al fucile, scavalcò l'uomo e si avvicinò alla finestra per
ispezionare i segni dei pallini sul vetro. Quando si giro' a guardare,
l'uomo era morto. Attraverso' la stanza e si fermò sulla porta ad
ascoltare. Usci', ripercorse il corridoio, recupero' la bombola e la
pistola ad aria compressa, prese gli stivali, e se li infilo' ai piedi.
Poi prosegui' lungo il corridoio, usci' dalla porta di metallo e scese
gli scalini di cemento fino al garage dove aveva lasciato la macchina.
da: "Non e' un paese per vecchi" di Cormac Mc Carty
film spettacolare
massivan
2020-08-25 20:37:29 UTC
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Post by massivan
Post by peter
Post by Magilla 🎸
non so se lo seguite sui vari social, ma il grande Varini ha da poco
pubblicato un libro che NON tratta di chitarra.
e in effetti avrei dovuto segnalare l'OT, ma se si parla di varini...
varini è la chitarra
il libro è in vendita, ma in pratica lui stesso "regala" l'audiobook, e
sta pubblicando un capitolo alla volta)
https://www.youtube.com/results?search_query=+AudioBook+Massimo+Varini+
Dicevo: non so dire di cosa tratta precisamente, ma lo trovo interessante.
Si parla di sogni, di farcela, di fallire, rialzarsi, di programmare le
cose, di avere un piano b, di successi e insuccessi, e si imparano cose su
di lui che non ti aspetti.
Oggi mentre sono uscito per una corsetta ascoltavo il capitolo dove
racconta -con mia sorpresa- come si è cimentato nella maratona, per dirne
una.
Sicché niente, volevo segnalarvi questa chicca
extrachitarristica-ma-non-troppo
IO NON LO REGGO.
"massivan"
Qualche cosa di piu' forte? (Ma questo libro gia' lo citasti)
--------------------
Chigurh sali' zoppicando le diciassette rampe di scalini di cemento
tra le fredde pareti di cemento, e quando arrivo' alla porta di
acciaio sul pianerottolo fece saltare la serratura con la pistola ad
aria compressa, apri' la porta, entrò nel corridoio e si richiuse la
porta alle spalle. Rimase appoggiato alla porta tenendo la pistola con
tutte e due le mani, in ascolto.
       Con il respiro regolare e tranquillo come se si fosse solo
alzato da una sedia. Si avviò lungo il corridoio, raccolse da terra il
cilindro fracassato della serratura, se lo mise in tasca e prosegui'
fino all'ascensore, dove si fermò di nuovo ad ascoltare. Si tolse gli
stivali, li lasciò vicino alla porta dell'ascensore e riprese a
camminare per il corridoio in calzini, lentamente, cercando di non
sforzare la gamba ferita.
        Le porte dell'ufficio erano aperte sul corridoio. Si fermò.
Pensò che forse l'uomo non si accorgeva di proiettare un'ombra sulla
parete opposta del corridoio, sfocata ma visibile. A Chigurh sembrò
una strana sbadataggine, ma sapeva che la paura di un nemico spesso
impedisce alle persone di vedere altri pericoli, non ultimo la forma
che loro stesse imprimono al mondo. Si tolse la cinghia dalla spalla e
posò a terra la bombola dell'aria compressa. Studiò la posizione
dell'ombra incorniciata dalla luce che entrava dai vetri fume' della
finestra alle spalle dell'uomo.
        Con il palmo della mano spinse leggermente all'indietro
l'elevatore del fucile per controllare che ci fosse un colpo in canna,
poi tolse la sicura. L'uomo impugnava una piccola pistola, tenendola
all'altezza della vita.
        Chigurh apparve sulla soglia e gli sparo' una raffica  di
pallini  numero  dieci alla  gola. Il tipo  di proiettile  che  usano
i collezionisti per prendere esemplari di uccelli. L'uomo  cadde
all'indietro urtando la poltroncina girevole, la rovesciò e crollò sul
pavimento, dove rimase accasciato fra spasmi e gorgogli'. Chigurh
raccolse il bossolo fumante dalla moquette, se lo mise in tasca ed
entro' nella stanza mentre dal barattolo attaccato alla canna mozza
dell'arma si levava ancora un filo di fumo.
        Girò attorno alla scrivania e si fermò a guardare l'uomo steso
ai suoi piedi. Era supino e con una mano si teneva la gola, ma il
sangue gli sprizzava copiosamente fra le dita e bagnava il tappeto.
Aveva il viso pieno di piccoli fori, ma l'occhio destro sembrava
intatto; guardo' Chigurh e tentò di parlargli farfugliando qualcosa.
Chigurh si chino' su un ginocchio, appoggiandosi al fucile, e lo fisso'.
–Cosa c'e'?–, disse. –Cosa stai cercando di dirmi?–
–L'uomo mosse la testa. Un gorgoglio di sangue nella gola.–
–Mi senti?, disse Chigurh.–
–L'altro non rispose.–
–Sono quello che Carson Wells doveva ammazzare. Era questo che volevi
sapere?–
        L'uomo lo guardò. Portava una tuta da ginnastica di nylon
azzurro e un paio di scarpe di cuoio bianco. Sotto la testa cominciava
a formarglisi una pozza  di  sangue,  e  tremava  come  se  avesse
freddo.
–Il motivo per cui ho usato i pallini per uccelli è che non volevo
rompere il vetro. Quello dietro di te. Non volevo far piovere pezzi di
vetro sui passanti.–
          Fece un cenno con la testa verso la finestra, dove si vedeva
la silhouette dell'uomo disegnata dalle piccole ammaccature grigie che
il  piombo  aveva  lasciato  sul  vetro.  Poi  Chigurh  lo  guardo'
di nuovo.
           La mano sulla gola si era afflosciata e il flusso del
sangue aveva rallentato. Guardo' la pistola caduta a terra. Si alzo',
rimise la sicura al fucile, scavalcò l'uomo e si avvicinò alla
finestra per ispezionare i segni dei pallini sul vetro. Quando si
giro' a guardare, l'uomo era morto. Attraverso' la stanza e si fermò
sulla porta ad ascoltare. Usci', ripercorse il corridoio, recupero' la
bombola e la pistola ad aria compressa, prese gli stivali, e se li
infilo' ai piedi. Poi prosegui' lungo il corridoio, usci' dalla porta
di metallo e scese gli scalini di cemento fino al garage dove aveva
lasciato la macchina.
da: "Non e' un paese per vecchi" di Cormac Mc Carty
"peter"
film spettacolare
"massivan"


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